Maglia calcio storica rovinata rimedi

Fortunatamente, grazie ai progressi tecnologici, oggi è possibile guardare le partite di calcio in diretta ovunque tu sia, anche senza dover pagare abbonamenti costosi. C’è invece una certa fanciullezza nella Juventus 2002-2003, nella sua maglia, nella sua annata stratosferica finita con un tonfo clamoroso all’Old Trafford, ai rigori contro il Milan, nelle partite storiche giocate quell’anno e nell’aver superato facilmente Barcellona e Real Madrid ai quarti e in semifinale di Champions, con gol bellissimi. E forse era vero: guardate che bella l’erba, le macchine fotografiche, o anche il sole del Friuli (quando mai c’è stato questo sole a Udine?!). Le maglie devono essere indossate dai ‘cuori giusti’ perché non c’è traguardo senza passione. Resta comunque una grande divisa, sicuramente scomoda, ma essere cool non sempre è comodo. Avete presente tutta la difficoltà di essere cool senza provarci? E il leone, che riprende in dettaglio il logo societario, sarà presente sul fianco sinistro della maglia gara nei colori arancio e verde per la maglia casalinga, e arancio nero verde per la maglia per le trasferte. Ricorda quelle magliette dei gruppi musicali che si usavano spesso per uscire in qualsiasi occasione durante l’adolescenza, e che poi vengono lentamente declassate a maglia-per-il-mare o maglia-del-pigiama, ma per cui si prova un affetto grosso e che alla fine non butterete, come la vostra maglia dei Darkthrone.

Durante il periodo in questione, noto come sacco di Palermo, si ebbe la dissennata espansione delle borgate e dei quartieri esistenti sfruttando un piano regolatore che dava il via libera all’edificazione selvaggia. Una delle cose più difficili però dell’essere davvero fico è che non devi provare a diventare fico: devi esserlo. Nonostante i richiami alla storia bianconera la maglia aveva però i tratti caratteristici di un kit contemporaneo: lo slim fit estremo da supereroi Marvel disegnati da Rob Liefeld o da Giroud all’Arsenal, lo sponsor tecnico (nascosto elegantemente in nero su nero), oltre ad una disponibilità limitata per il pubblico (1897 pezzi 😏) e quindi un prezzo da collezionismo. Forse è questa fanciullezza, forse è lo sponsor tecnico Lotto oggettivamente bruttino che però è riconoscibilissimo, sarà la custodia nera del bianconero all’interno, la sua vestibilità larga e goffa che ricorda i fisici non iperatletici del calcio contemporaneo (Emerson sei tu?) e il taglio lungo, ma questa maglietta è di un cool ingenuo, che trasuda un po’ di misticismo. La seconda maglia di quell’anno, portata anche la stagione successiva, è particolarmente indicativa di questa tendenza: il rosa acceso, non leggero come da classico Juve, accompagnato da una ENORME stella dal contorno nero (ma dall’interno dello stesso rosa aggressivo) e lo sponsor Balocco con l’ovale rosso e la scritta bianca.

Lo sponsor Jeep che capeggia sulla bocca dello stomaco non è solo sponsor, è anche una dichiarazione abbinata al colore della T-shirt: passiamo sopra tutto. Il resto lo fa il design del kit di cortesia della Juventus di quell’anno: il blu pervade tutto e lascia spazio solo agli sponsor, rigorosamente in bianco, e allo scudetto con la stella; i dettagli bianchi e neri dell’elastico nelle maniche e del colletto fanno il resto, misti al colletto avveniristico da divisa dell’Enterprise. Il blu tenue di questo kit della Juventus ricorda le foto degli anni ’70 e ’80, con quella retromania nostalgica per un mondo in cui anche i colori sembravano più belli. La bellezza di questa maglia sta anche nel dettaglio degli omini spalla a spalla della Kappa colorati di verde scuro, che spezzano il bianconero come se fossero un monile prezioso. Saputo e Tacopina consegnano delle targhe a Garics e Morleo mentre Lopez consegna la maglia a Ceccarelli e Masina, maglie da calcio più belle segno che nello staff nessuno sbaglia più niente. Pur dichiarando di associarsi allo sdegno di Pertini per come l’amnistia era stata applicata in taluni casi, ricordò che il provvedimento di clemenza era stato approvato da tutti i partiti e minimizzò il numero delle scarcerazioni a fronte delle procedure pendenti.

Concluse così il proprio girone di qualificazione con 4 punti (con 3 reti fatte e 20 subite), che le permisero di concludere per la prima volta un girone di qualificazione ad un torneo internazionale non all’ultimo posto (finì davanti alla Moldavia, distanziata di un punto). Se dobbiamo proprio sceglierne una tra quelle susseguitesi, non possiamo non mostrarvi la casacca della stagione 90-91, quella dello scudetto, quella dei mitici Vialli e Mancini. La maglia è elegante, Baggio ha il Pallone d’Oro e lo mostra nelle foto con quell’imbarazzo umile che lo rende amato da tutti, Conte e Vialli hanno ancora i capelli e i portieri indossano divise psichedeliche che ora se le compra Kevin Parker su eBay e se le mette per suonare. Se nel caso dell’Inter si è citata una terza maglia, bella quanto vincente, per i rossoneri optiamo per un grande classico e per la maglia Kappa di fine anni ’80. Insomma, mi piace pensare che alla creazione di questa divisa che richiama il colore classico della squadra con il twist di fucsia e dettagli bianchi, abbia partecipato proprio lui, Pogba; ne è venuta fuori una delle maglie più casualmente cool della Juventus. Bay – grande e-commerce globale sul quale è possibile trovare e acquistare sia maglie ufficiali che repliche autorizzate delle squadre di calcio di tutto il mondo.

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